lunedì 25 novembre 2013

Ma non c’era nessuno che sapesse ciò che stavo attraversando, i dolori crescevano, l’odio stava scorrendo nelle mie vene.”  







 “Quello che nascondi nel cuore uccidilo o bacialo forte.”  









Lui è il ragazzo per il quale mi alzerei presto ogni mattina per preparargli la colazione.” 










Mi importa di non sentirmi più vuota, ma riempita da te.









Perché non sono mai riuscita a dirgli la verità.
Non sono riuscita a dirgli che alla sera prima di dormire penso a lui, che appena apro gli occhi il mio punto fisso, è il suo nome, che ogni volta che ascolto quella canzone, penso a lui, senza nemmeno accorgermene.
Non sono riuscita a dirgli che vorrei abbracciarlo più di qualsiasi altra cosa, che vorrei parlare con lui per tutta la vita, che vorrei stare sdraiata sotto le stelle con lui, per ore e ore e scherzare, scherzare come se non fossi mai stata triste nella mia vita.
Non riuscirò mai a dirgli che in questo momento, l’unica cosa che voglio è lui.
” 










Ti ho conosciuto al liceo. Eri bella, cazzo se lo eri. Io avevo l’età giusta per sbagliare, tu avevi l’età giusta per imparare a superare gli errori. Io venivo da un mondo diverso da l tuo. Io cercavo di suonare le melodie più belle e tu mi chiedevi di essere poeta. Era bello. Bello cercare di scrivere una poesia, bello comporre poesie con delle note. Tu associavi un ‘fa’ ad una rima mentre io ripetevo una frase di una poesia come ritornello di una melodia. Ricordo quando aggiunsi un piccolo ‘la’ vicino la parola amore e tu dicesti che volevi che l’amore fosse qua e non la. A volte non riuscivo a capire perché ci amassimo così tanto, così come due pazzi: con tutte le nostre differenze, con tutte le nostre differenti opinioni e dettagli non dettagliati. Ma con il tempo ho capito che l’amore risolve queste incongruenze fino a far combaciare le differenze. E noi combaciavamo, noi ci baciavamo. Mi sono innamorato di te come ci si innamora di una canzone, con l’unica differenza che tu non eri canzone ma poesia. Ecco, tu eri una poesia che io sapevo suonare. Io ero una melodia con le tue rime incise. Anche se la più bella poesia suonata, eravamo noi che facevamo l’amore. Mi manca far l’amore sai. Tu solo quello sapevi fare ed io l’ho fatto solo con te. E mi manchi, manchi come non mai, ma non ti scrivo per raccontarti la mia tristezza ma il mio amore e mi dispiace di essermi ridotto a questo, a scriverti solo adesso che non puoi leggere, ma tu mi ascolti lo stesso.
Sappi che ti aspetto, ti aspetto nonostante so che non tornerai.
Sei il mio amore e lo sarai sempre.
” 







– Sei innamorato, – ripeté Saval.
– No. Questa ragazza mi turba, mi seduce, m’inquieta, mi attira e mi spaventa. Diffido di lei come d’una trappola, e ho voglia di lei, come del gelato quando si ha sete.
” 




























 “E poi ti vidi.
Eri appoggiato a quel muro e io senza farlo apposta mi girai di scatto in quella direzione e incontrai i tuoi occhi. Poi non so cosa successe, so solo che non smisi un secondo di cercarli.
” 




 

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