“Mi domando cosa racconti la sera, non ai tuoi amici, a loro già so cosa ripeti. Mi piacerebbe sapere cosa racconti a te stesso mentre fissi il soffitto bianco senza nemmeno un’imperfezione che ti fa sentire così imperfetto, quando non riesci a dormire perché da qualsiasi parte del letto ti giri, lo spazio è sempre troppo per una persona sola, perché hai tanto freddo e le coperte non riescono a scaldarti perché il gelo è dentro, cosa provi quando ti affacci alla finestra e non vedi nessuno correre dalla fermata dell’autobus nella tua direzione impaziente di abbracciarti e baciarti, quando stringi i denti e i pugni per non far uscire le lacrime perché le persone forti non piangono mai, solo qualche volta, solo quando sei da solo al buio e nessuno può vederle, quando il silenzio è così denso tra quelle mura che inizi a far uscire i pensieri per riempirlo, quando certe mattine il cielo è nero e lo è anche l’umore e hai bisogno di qualcuno che ti abbracci forte per iniziare la giornata, quando ripensi a tutte le volte che a bassa voce ti dicevo di volerti bene o quando ti urlavo di odiarti ma non risultavo credibile, quando ti guardavo e non dicevo una parola e tu ridevi perché avevo un’espressione ridicola. Mi domando cosa ti racconti in quei momenti e se bastano a convincerti che è stato meglio così.
”
“Sono come un claustrofobico su un sottomarino che affonda. Ecco come va, grazie per averlo chiesto." Ma non lo dissi mai. Io non chiedo aiuto.”
“Hai sempre portato i tuoi difetti sui tuoi polsi.”
“Ho più fame che voglia di vivere.”
“L’obiettivo è farsi male fino a non sentire più dolore.”
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